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11 agosto 2023

Traduzioni | La vera storia dietro il party che fece nascere l'Hiphop "Hip Hop is a family thing"

 

Pace a tutti, oggi si festeggia il 50esimo compleanno della nascita dell' Hiphop, dal primo party di DJ KOOL HERC al 1520 di Sedgwick Ave., per rendere omaggio a tutto ciò Vi proponiamo la seguente traduzione, fresca fresca.

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Ps. Se vedete discordanza tra i termini Hiphop, Hip Hop nei nostri testi, sappiate che è un modo specifico per indicare tappe specifiche dell' Hip Hop, Vi invitiamo a leggere il capitolo del nostro libro dedicato a questo, per acquistarlo potete scrivere una richiesta qui: HipHopSeeds casa editrice Hip Hop, Mentre per quanto riguarda le traduzioni la parola Hip Hop viene lasciata come è stata scritta nell'articolo originale, tranne quando c'è il trattino che viene rimosso.

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L'intervista è un dialogo diretto, tra Kool Herc (KH) e Cindy Campbell (CC) sorella di Herc, che parte dalla loro infanzia, passando per il writing, per arrivare al racconto di come nacque quel primo party, che diede inizio all'Hiphop.
Buona Lettura.


Ringrazio personalmente Azot1 e Vetus La Rock "2phe Crew" per l'aiuto nelle traduzioni.

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La vera storia dietro il party che fece nascere l'Hiphop 
"Hip Hop it is a family thing"


Cindy Campbell: Quando eravamo in Jamaica ed andavamo a scuola c’era un convento e a noi piaceva passare del tempo con la Sorella Agatha. Una delle nostre nonne aveva un alveare dal quale estraeva il miele, e nella via per tornare a casa da scuola ci fermavamo  là, così ci dava  i favi da cui prendere il miele grezzo.


Kool Herc: L’altro posto che dovremmo ricordare si chiama Sabina Park. E’ come lo Yankee Stadium ma per il cricket. C’era una raccolta di giochi intorno a quei quartieri.

CC: Era bello crescere in Jamaica, alla Domenica cenavamo in spiaggia.

KH: In Jamaica mio padre mi fece conoscere Nat King Cole, Ella Fitzgerlad, Byron Lee, Dragonaires e Bing Crosby, poteva cantare l’intero album “White Christmas” parola per parola.


CC: Era davvero molto portato per la musica, c’era sempre musica che andava per casa e se c’era un nuovo modello di stereo che usciva, mio padre lo aveva. Era un innovatore in questo senso, siamo stati i primi del nostro “blocco” ad avere la televisione.

KH: Mi ricordo come guardavo la preparazione per i party dancehall con l’amico di mio padre il Sig. Coxsone, potevi sentire l’odore della capra al curry, inoltre potevi riconoscere dove si trovavano le dance hall (sale da ballo) perché erano circondate con dello zinco.

CC: Sai, le lamiere, mettevano queste lamiere attorno a dove avveniva il party, così le persone non potevano guardare dentro senza pagare l’entrata.


KH: Sentivi lo zinco muoversi “zzg zzg zzg zzg”.


CC: Era il basso.


KH: Bisognava avere il basso, senza il bassa nessuno ci entrerebbe nemmeno un gatto.


CC: In Jamaica non ci sono appartamenti, Le persone vivono nelle case, non importa in quale casa, ma erano delle case. Così venendo qui, cambiò tutto, vedi questa casa. La porta ha un piccolo spioncino. Così se qualcuno bussava alla porta, uno di noi doveva guardare attraverso lo spioncino. A volte, c’era qualcuno che copriva lo spioncino per non far capire chi era. A mio padre tutto questo non piaceva e ci diceva “Non posso vivere così, in una scatola con una porta e uno spioncino”.


KH: Non dimenticarti dello sciacquone del bagno. Noi non conoscevamo nulla del genere, parliamo di un brutto risveglio.


CC: Se qualcuno viveva all’ultimo piano e tirava lo sciacquone del cesso, tutti quelli sotto potevano sentire l’acqua scorrere giù. Sentivamo costantemente cose del genere, non era il massimo avere persone che vivevano sopra di noi, a volte prendevo un bastone e picchiavo il soffitto e quando guardavo fuori dalla finestra, vedevo spazzatura. In Jamaica avevamo qualcuno che veniva a casa nostra per fare il bucato a mano, mentre nel Bronx dovevamo farcelo, dovevo lottare per usare una lavatrice o l’asciugatrice, qualche volta ci dimenticavamo i vestiti all’interno, e c’è li rubavano, per noi era tipo “Chi cazzo è che ruba i vestiti a qualcun’altro?” 


KH: Io suonavo dischi in casa, roba come “Three Dog Night”, e avevamo una signora Ebrea come vicina che mi diceva “ Adoro la musica che suoni. Per dio, suoni davvero della bella musica”.


CC: Cousin Brucie.


KH: Era Cousin Brucie e Wolfman Jack e “Judy In Disguise” e tutta roba del genere. Con questo voglio dire che la musica non una cosa per Neri - era una cosa nostra (a we thing).


CC: Esatto. Ti piace la musica, la suoni. Quando ci muovavamo nel quartiere, non cambiava molto, non c'era la bandiera bianca, c’erano molti italiani ed ebrei nel nostro condominio. Thelma, era un’inquilina del condominio, è stata l’ultima persona bianca a dire “ io non me ne vado da qui”, ma alla fine i suoi figli le dissero “Mamma, non puoi più abitare qui, perché se no noi non verremo mai più a trovarti”.


KH: Mentre i graffiti iniziarono con un gruppo chiamato EX- Vandals, con KOOL 223 e Lonnie (Phase2) il mio uomo. Ci nascondavamo giù nelle yard con i marker, io non potevo andare troppo distante, perché mio padre era una persona molto disciplinata. Con Phase2 andavamo a colpire la linea Numero 4 e la Terza Avenue El nel Bronx, prima che venisse abbattuta. Chiamavo Phase2 col nome “Mysterio” era un ragazzo cool, dopo un pò iniziò a disegnare anche alcuni flyers per me, alla fine iniziarano a diventare super astratti, erano delle cose pazze, così gli dissi “ Mi serve che si vedano le informazioni sul mio flyer!”.


CC: Avevo la mia tag era PEP 1, mi chiamai così perché qualcun altro avrebbe potuto prendersi lo stesso nome, con PEP 1 si voleva dire che tu eri stata la prima a prendere quel nome. L’ho scritto in giro, ma non ero così brava sui treni con le vernici e cose del genere. Lo facevo di più nel quartiere - o giù sulla strada, lo facevamo con gli spray.


KC: Io usavo prendere il treno vicino alle persone che criticavano i graffiti e chiedevo “Chi è il ragazzo che fa ste robe?” e poi me la ridevo pensando “Sono proprio di fianco a te”.



CC: Tutto ciò che avvenne dietro al party a Sedgwick Avenue stava dietro all'idea "voglio tornare a scuola con qualcosa di bello, diverso e fresh - ed essere l’unica ad averlo”. Alexander’s era il grande magazzino di riferimento, così misi insieme tutti i miei soldi, ma poi pensai “Come faccio a farli aumentare e svoltarne ancora di più?” Fu quello il momento in cui mi venne in mente il concept e l’idea del “Back to School Party”. Non era una festa di compleanno, era un ritorno a scuola. Ricordati che quando organizzi qualcosa bisogna sempre dare una buona ragione e un tema. Così pensai “Come posso promuovere questo party? Come faccio per farlo avvenire? Avevamo la stanza ricreativa e l’affitto di questa era di 25 dollari.


KH: Era quello per cui veniva usata.


CC: Si per feste, anniversari o battesimi. Era una stanza a posta e aveva due bagni.


KH: Non puoi battere due bagni.


CC: Così pensavo tipo “Oh due bagni? Uno per i ragazzi e uno per le ragazze”.


KH: e se hai avevi un po' di caldo potevi uscire un po' visto che era chiuso. Potevi andare fuori coi ragazzi nel corridoio  o nell’isolato.


CC: Se volevi andartene dovevi scavalcare un muro e poi prendere le scale per arrivarci. Così pensavo “Una volta che i ragazzi sarebbero entrati al party, poi per comprare qualcosa avrebbero dovuto uscire e fare tutta la strada per andare al negozio, e non sarebbero mai tornati indietro. Quindi pensavo "Come faccio per farli rimanere alla festa?” avremmo dovuto vendere bibite e birra. Io non potevo  andare al supermarket a comprarli, così abbiamo dovuto comprarle all’ingrosso. "Era così che pensavo a tutto questo" da lì in poi avrei dovuto solo mettere tutto in moto. Così andai dalla direzione  e mi dissero che erano 25 dollari, ma poi il tipo aggiunse che ero troppo giovane  per firmare la liberatoria “Dovrai chiedere ai tuoi genitori di firmarla”, ero la classica ragazza di papà per cui questo non sarebbe stato un problema. Portai il form da mio padre, il quale era contento di sapere che stavo organizzando una cosa del genere, in più erano i miei soldi, per cui firmò. Avevamo la data, così parlai a Herc e gli dissi “Herc, te hai tutti gli strumenti in camera, sarai tu a fare il DJ”. E lui disse “Okay”, così non avrei dovuto pagare nemmeno il DJ e avrei tagliato i miei costi. Lui disse ai suoi amici Coke, Timmy Tim e Clark Kent cosa sarebbe avvenuto.


KH: Le persone lo volevano, lo stavano aspettando. 


CC: Questa è la cosa che come creatore e innovatore devi avere, devi avere la formula, devi sapere cosa mettere dentro in modo da farla funzionare. Io non potevo andare a prendere la birra. Mio padre ci portò a prenderle ed essendo ragazzetti volevamo prendere il liquore più forte del tempo che era il Colt 45 e l’ Olde English 800.


KH: E non dimenticarti il Brass Monkey.


CC: Ora avremmo dovuto solo inviare gli inviti. Lo facemmo su di bigliettini da invito che avevo preso dalla scuola. Prima di aver i flyer scrivevamo gli inviti a mano sui bigliettini da invito. (bigliettini dove scrivere le informazioni).


KH: Abbiamo promosso qualsiasi disco che sentissi in quel momento, era il tema del bigliettino.


CC: Poi la voce si sparse in giro, ricordiamoci che al tempo New York City era in uno stato di fallimento. New York City andava a fuoco e non c’era niente da fare per i ragazzi e i nostri genitori sarebbero stati nell’atrio e subito fuori, al tempo eravamo dei ragazzini e loro erano la sicurezza. Così dissero agli altri genitori “Venite, i ragazzi stanno dando il loro piccolo party”, così anche qualche altro genitore del condominio venne. Questo è stato l’inizio dell’Hip Hop “l'Hip Hop è una cosa di famiglia” (Hip Hop is a family thing). Quando le persone dicono “l’Hip Hop è semplicemente iniziato” però non è così, dietro c'era un intero progetto con un concept. Bisogna ricordarsi che l’Hip Hop ha delle origini davvero umili, non è nato dall'abbondanza di soldi, da soldi illegali o derivanti dalla droga, non è nato da niente di tutto questo, ma era radicato su basi molto solide, per questo credo che non possa essere smantellato, perché è stato costruito fermamente, puoi solo costruirci e costruirci, e crescerci sopra, per questo man mano che il tempo è cambiato ha iniziato a evolversi. Le cose iniziarano ad accadere e accadere. e noi siamo benedetti quando qualcuno fa qualcosa di diverso e lo mantiene in vita.


KH: Quando lo abbiamo realizzato abbiamo pensato “Come possiamo raggiungere i ragazzini?” Questo avvenne con la musica. Martin Luther King disse “Piccolo ragazzo nero, piccolo ragazzo bianco andate a scuola insieme” e questo è tutto.


CC: L’Hip Hop ha realizzato questo.




Traduzione: Ahki Smogone


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