31 dicembre 2013

L'importanza della scena in strada all'interno della Cultura HipHop



Oggi si chiude il 2013 e domani si ripartirà con il 2014, un nuovo anno con mille progetti e buone intenzioni, sempre alla ricerca di conoscenza, positività e unione. Così per chiudiamo e riniziamo subito l'anno nuovo senza sosta  proponendo questa riflessione di Ahki Smogone riguardante la scena e l'importanza che rivestono i luoghi pubblici nella nostra Cultura.

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Attualmente quando si usa il termine scena ci si riferisce a tutto quel movimento che viene creato in un una determinata zona dalle persone facenti parte della cultura,  il quale comprende tutte le attività che riguardano la stessa. (eventi, jam, allenamenti, battles, lives ecc)

Nell' old school questo termine era molto legato al concetto di strada e infatti si riferiva soprattutto alla presenza e alle attività praticate nei punti di ritrovo pubblici. La maggior parte di questi erano spazi dove ci si allenava, e ritrovava insieme a chi aveva la tua stessa passione. Luoghi dove l'HipHop era vivo tutti i giorni della settimana  per il semplice fatto di divertirsi e fare quello che ti piace insieme ad altre persone a cui piace la stessa cosa condividendo insieme quest'esperienza.

Ritornando un attimo indietro nel tempo possiamo vedere come questo concetto è insito nella natura stessa dell'HipHop. Nel ghetto del Bronx infatti ritroviamo le particolari condizioni sociali che hanno dato il via a questo movimento cresciuto e diffusosi in strada, dove i pionieri si allenavano e si sfidavano, mentre in inverno ci si spostava all'interno dei centri comunitari.
E' da notare come i posti che venivano utilizzati erano spazi pubblici aperti a tutti, strade, parchi, metro, centri comunitari dove persone estranee potevano iniziare a conoscere questo movimento, era questo che creava la scena, quella passione in comune per la musica, la danza e i disegni che dava e dà luogo all'aggregazione, che a sua volta crea punti di riferimento per tutte le persone che condividono la stessa passione. 

Per questo la scena nella sua versione street (luoghi pubblici) è di vitale importanza per la nostra cultura.
visibilità e contatto diretto, senza la visibilità che le strade davano e danno le persone non avrebbero potuto conoscere e non potrebbero conoscere per contatto diretto l'essenza dell'Hip Hop Kulture. Questa conoscenza diretta dà e dava modo alle persone di conoscere la realtà, l'atmosfera e lo spirito di questa cultura tramite le persone che la vivono e la praticano, e non attraverso i media che la strumentalizzano per i propri fini commerciali.
Se andiamo a vedere come hanno conosciuto la 2H i primi fotografi che la documentarono e diffusero al pubblico, personaggi come Henry Chalfant e Martha Cooper, vediamo che l'hanno scoperto tramite la scena, grazie ai graffiti che giravano nelle metropolitane e i writers che si trovavano nelle bench (panchine) per scambiarsi le bozze e le foto,  ai B.Boys/B.Girls che ballavano in metropolitana e per le strade.

Altra caratteristica insita e importantissima della scena sono i punti di ritrovo che autoalimentano la stessa, come le Hall of Fame, ma soprattutto i luoghi di allenamento quotidiano dei B.Boys/B.Girls o i centri comunitari dove suonavano i Djs. Questi luoghi erano e sono le calamite che tengono uniti i membri di questa cultura e di conseguenza gli elementi della stessa. L'importanza di sapere che in quel luogo in quel determinato giorno c'è qualcuno che si allena è cruci
ale, perchè non si necessità più di pubblicità chiamate varie ecc. si va là perchè si sa che c'è qualcuno che ha le tua stesse passioni e questo crea unione.  Questi luoghi sono il perno dell'evoluzione e la crescita delle persone e della cultura stessa, in quanto avviene un continuo scambio di idee e informazioni fra i presenti.  Sono stati questi i motori che hanno trainato diffuso e rigenerato la cultura durante gli ultimi 40 anni, citandone alcuni qui in Italia si può fare il nome del Regio e del Muretto oppure le banche di Padova.

Questi centri di riferimento portavano con sè come dote fondamentale, lo scambio intergenerazionale. Qui i cosiddetti vecchi potevano trasmettere ai più giovani o meno esperti, nozioni sulla cultura, sulle tecniche ma soprattutto esempi diretti di vita e di passione che creavano legami nella comunità e quelle crew che diventavano come delle vere e proprie famiglie.

Purtroppo ultimamente con l'evoluzione degli stili e delle tecniche si è accentuato un ritiro costante dalle strade, preferendo a queste spazi più attrezzati e adatti all'evoluzione subita dagli elementi. Luoghi che sempre più spesso sono privati, chiusi, esclusivi e divisi per elementi.  Comportando così la perdita della scena in strada e di tutti quei fattori vitali presenti in essa. La conseguenza è che le nuove generazioni che si appassionano alla doppiaH o ad un suo elemento non hanno più un punto di riferimento diretto dove andare e sono costretti a dirottare la loro voglia di imparare e di fare verso le scuole e il web, comportando una mancanza di esperienza  nel vivere e capire questa cultura nel suo habitat naturale la strada.  Questa differenza esperienziale comporta la sempre più marcata divisione delle discipline, e quindi l'unità della cultura stessa, oltre ad una grande confusione riguardo alle origini e alla storia dell'HipHop.

Secondo la mia modesta opinione dovremmo riflettere se vale la pena perdere dei fattori fondamentali e umani come il contatto diretto e l'unione, per il solo scopo di diventare sempre più forti? Ricordandoci che gli elementi della cultura HipHop dovrebbero essere un mezzo e non un fine.

Vi lascio con questa citazione.
 La strada è il luogo in cui io mescolo il mio mondo con quello degli altri." Keibi
Pace
Smogone


[Articolo: Ahki Smogone]

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3 commenti:

  1. Bravo Smog, condivido il tema generale del recupero della strada e degli spazi pubblici. Ultimamente qui a Roma si sta spingendo molto in questa direzione, tornando a collaborare con centri sociali e spazi liberati dalla speculazione edilizia e il degrado.

    Tuttavia non demonizzerei in maniera così monolitica né i media né il web. I Califostia Underground, un gruppo di ostia che vive al 100% l'HH in strada, sta autoproducendo e diffondendo via web dei reportage molto utili per cogliere alcune contraddizioni dell'uscita (il più delel volte forzata) della street dance dagli spazi pubblici. Wild Style è stato di fatto il vettore che ha diffuso globalmente il breaking, mentre tutti i più importanti Mc's americani della old school hanno firmato contratti d'oro con le majors. I writers per forza di cose sono rimasti molto legati all'ambiente urbano, riuscendo a trasformare i muri in opere d'arte. Eppure, mentre si afferma la monetizzazione della Street Art, le politiche anti-graffito diventano sempre più aspre.

    Ho sempre ribadito che la sorgente del commerciale è la scena 'underground. La divisione fra le due però non è monolitica, come non lo è fra lo stato cosciente e l'inconscio. In Italia dovremmo lottare affinchè anche nelle media-arene più grandi (tv show, cinema, arti performative) si assicuri il filo con la Scena e l'equilibrio fra compromesso economico, qualità artistica, carica emanicpativa ed educativa.

    Buon 2014 ;-)

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    1. Nelle mie intenzioni non volevo demonizzare il web e i media, ma semplicemente far notare la differenza esperienzale che nasce dal rapporto diretto e indiretto tra i membri della scena ma anche con le persone esterne ad essa.
      Buon 2014 anche a te. Pace

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  2. Attenzione però Nexus, secondo me il divario tra underground e mainstream nel terzo millennio è troppo evidente, e sotto un certo punto di vista anche necessario. Il che non significa che debba essere per forza una cosa negativa eh...

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