8 febbraio 2013

Ice -T: Il racconto del suo successo


Ice-T, al secolo Tracy Marrow, è innegabilmente un personaggio dal peso non indifferente, che riesce a mantenere con incredibile efficacia una celebrità e un'importanza nel mondo Hip Hop da ormai quasi 3 decadi.    
Prima come MC, poi come attore e ora come regista e produttore cinematografico, Ice-T è un instancabile rinnovatore di sé stesso. Partito come rapinatore di gioiellerie e membro dei Crips nei bassifondi di South Central, è diventato (pian piano) l'artista eclettico e controverso che tutti conosciamo. Aveva già tentato l'approccio ai libri nel '94 con The Ice Opinion: Who Gives a Fuck?, più una panoramica delle sue idee che una vera e propria biografia, ma nel 2011 riprende la penna in mano per dare alle stampe Ice: A Memoir of Gangster Life and Redemption-from South Central to Hollywood, questa si improntata puramente sull'autobiografia.
Qui propongo parte di un capitolo del suddetto libro (precisamente parte III: capitolo 8) in cui Ice-T parla con la sua verve "pepata" di come i big di New York dell'epoca l'abbiano messo in rampa di lancio per il suo successo. Questa che leggerete è una mia traduzione in italiano, visto che il libro è edito esclusivamente in lingua inglese, e come anche nel suo film il trait d'union di tutta la vicenda è la sua canzone storica Six in the mornin'. Spero che il seguente brano vi inviti alla lettura integrale dei due suoi libri, ricchi di aneddoti, parentesi esilaranti e caustiche analisi della società.

[6 in the morning police at my door,
Fresh adidas squerk across the bathroom floor] 
6 in the mornin' - Ice T (1986)

Quando iniziai ad avere notorietà, a Los Angeles era un gran bel periodo per la scena musicale, c'era fermento in tutta la città. Coolio si stava facendo notare con la sua piccola crew. C'era WC, che all'epoca faceva il beatboxer per Clientele, membro della World Class Wreckin Cru. Io e WC siamo stati amici per lungo tempo. Fece anche un disco, Pay your dues, dove diceva “Thanks to Ice-T I got my foot in the door” [grazie a Ice-T ho avuto la mia chance, n.d.r.]. Conoscevo Ice Cube, un giovane ragazzo con tanto carisma che veniva spesso ai nostri show, e diventammo amici. Faceva parte di un gruppo chiamato C.I.A, e si esibivano ai party organizzati da Dr. Dre. Nonostante fosse ancora grezzo all'epoca, una volta che uscì con gli N.W.A., Cube diventò un rapper maturo. Era un mostro a quei tempi. Quando cantava con gli N.W.A. penso che nessuno a L.A. potesse fottersi con lui.
Iniziò a formarsi una crew intorno a me. Quando emergi in una città come L.A., ci saranno molti gruppi e persone che proveranno a farne parte, e quindi tenderai a formare alleanze e collaborazioni con loro. È proprio così che il Rhyme Syndicate si formò. Everlast, prima di diventare famoso con gli House Of Pain, stava con noi, e allo stesso modo WC e Coolio. E strinsi relazioni anche con Kid Frost, fino a legare molto e iniziare a fare show insieme.
 
Ice-T agli esordi della carriera musicale
Avevo la mia piccola etichetta indipendente e cominciammo a farci sentire sulla scena losangelina, ma rimanevo ancora un fenomeno locale. Continuavo ancora a frequentare regolarmente il The Radio, intrattendendo al microfono, e aprivo a vari artisti più importanti di me che mi avrebbero succeduto sul palco. All'inizio erano cantanti pop o newwave, ma ad un certo punto iniziarono a venire anche personaggi hip hop come Grandmaster Caz, Afrika Islam e le loro crew. Era una gran cosa per me. Quelli erano I veri MC's delle origini, e venivano direttamente dal Boogie Down Bronx.
Era il massimo per me incontrare Caz, l'influente MC dei Cold Crush Brothers e, secondo il mio punto di vista, uno dei più grandi liricisti nella storia dell'hip hop. Islam era un altro fenomeno, e faceva il DJ per la Rock Steady Crew. Era così legato al pioniere Bambaataa che il suo nickname era proprio “Son of Bambaataa”. Islam, inoltre, era anche il presidente della Zulu Nation. Per tutti coloro che seguivano l'Hip Hop a Los Angeles, quella gente era leggendaria. Sapevamo che quei ragazzi erano i più cazzuti.
C'è anche un retroscena simpatico. Quando Caz e Islam mi conobbero, entrambi non riuscivano a convincersi sul perchè volessi rappare.
“Perchè cerchi di farlo, Ice?”
“Provo solo a entrare nel 'gioco' amico” dissi. “Voglio solo ottenere quello che voi avete”.
“Ma per quale cazzo di motivo vuoi rappare, amico?” disse Caz "Sei già un baller! [uno che se la passa bene, che fa la bella vita, n.d.r.]”.
Ice e la sua crew, il Rhyme Syndicate
Era qualcosa di curioso. Volevo ottenere il rispetto che loro avevano nel mondo musicale, ma loro, invece, avrebbero voluto avere i soldi che io già facevo da tempo. Era gente di strada e potevano accorgersene semplicemente guardandomi. Visto che per anni avevo fatto l'hustler, avevo più soldi di qualsiasi altro rapper. Possedevo già tutti i vestiti firmati, i gioielli personalizzati e potevo guidare tutte le macchine europee sportive che volessi. E' difficile da immaginarselo al mondo d'oggi, quando si hanno esempi eclatanti di businessmen come Puff Diddy o Jay Z che se ne vanno in giro con i loro jet privati, ma all'epoca, un normale spacciatore, un pappone o un hustler, faceva comunque più soldi di qualsiasi rapper.
Per questo Islam e Caz mi guardavano come se fossi completamente scemo a voler prendere in mano un microfono.
“Ehi, per quale cazzo di motivo lo fai, Ice?”.
Sicuramente venivamo da mondi differenti. Loro erano intrigati da me, e io ero intrigato da loro. Legai specialmente con Islam, e parlando con lui in un club, capii che potevo fare qualcosa insieme a lui e andare nella sua città natale. L.A. stava provando a lasciare il segno sul panorama Hip Hop, ma non potevo pretendere di essere preso sul serio nel mondo del rap finchè non avessi messo piede a New York. Per me, essere un rapper a Los Angeles, e non avere il rispetto a New York, praticamente equivaleva a non essere un rapper. New York era La Mecca.
Dissi a Iz (Islam) “quando faremo un lavoro insieme, voglio che mi sentano anche a New York. Potresti aiutarmi in questo?”
''Puoi scommetterci'' mi rispose.
Appena 6 'n the Morning uscì su disco, e iniziò a essere girata nei locali della costa ovest, spedii una cesta di vinili a Islam.
''Iz, puoi metterli ai party?'' gli chiesi.
''Nessuno li metterà'' mi rispose. ''Nessuno finchè tu non verrai qui di persona a metterli''.
Comprai quindi un volo economico e mi fiondai a New York. Appena arrivai li, Iz aveva già una buona notizia da darmi: il disco veniva mandato in molti club e jam della città.
Era un suono differente rispetto a quello newyorkese, e quello era un pubblico difficile da soddisfare, ma per qualche ragione apprezzarono la ruvidezza di quella canzone. Probabilmente non gli piacevano le altre canzoni che gli mandai, della roba su ritmi veloci, da party, ma amavano quel b-side così spigoloso. Quando arrivai a New York, vi era l' "apice'' della seconda generazione Hip Hop, alla quale corrispose una decadenza della prima generazione dei pionieri del genere. La giovane generazione comprendeva Beastie Boys, Run DMC, LL Cool J. Ero lì addirittura prima che i Public Enemy e Eric B e Rakim calcassero la scena.
Islam mi presentò a Red Alert, a Chuck Chillout e a Scott La Rock, tutti grandi DJ che avevano la capacità di bocciare o promuovere una canzone semplicemente decidendo di mandarla in radio. A tutti loro piacque "6'n the Morning", e iniziarono a suonarla.
Quando mi trovavo a New York per spingere la mia roba, Islam voleva che facessi una traccia con Melle Mel, per una piccola etichetta chiamata Posse Records. ''Sono in grado di registrare con Melle Mel, uno dei più grandi liricisti dei Furious 5? Mi prendi in giro?'' A quel punto il mio ego era alle stelle, avevo fatto il salto decisivo, avevo a che fate con i pezzi grossi. Per me, quelli di New York, erano semplicemente su un altro livello.

Personaggi cardine a NYC: Chuck Chillout, Scott La Rock, Grandmaster Caz, Afrika Bambaataa, Melle Mel, Red Alert
Caz è un tipo assolutamente carismatico, mentre Melle è liricamente un mostro. Questi potevano scrivere le loro rime direttamente in studio, semplicemente sentendo la strumentale che veniva mandata sotto. Da un momento all'altro tiravano fuori tutta quella poesia complessa, e scriverla mentre erano semplicemente seduti in studio, pronti poi a registrarla. Non avevo mai fatto così e non avevo mai visto nessuno farlo. Erano rapper che lavoravano sotto pressione, e sarei dovuto migliorare se volevo arrivare al loro livello. Ma a quel tempo rappavano già da dieci anni prima che li incontrassi, e facevano questo a tempo pieno, da professionisti.
Possedevo già abbastanza esperienza per capire che potevo avere una mia precisa collocazione in quell'universo, avevo una diversa storia da raccontare. Tutto questo perchè nell'Hip Hop, quello che conta è avere un contenuto, e quello che avevo io era unico. Non suonavo come se volessi imitare o scimmiottare qualcuno, volevo solamente spingermi oltre, fare rap esplicito, rap violento, roba da strada come "6'n the morning".
Oltrepassai i limiti, nessuno aveva mai detto ''ho'', ''nigga'' o ''mothafucka'' prima di me su un disco. La maggior parte degli argomenti che io toccavo, gente come Caz o Melle, nonostante il talento che avessero, non li avrebbero mai affrontati. Non pensai mai a rubare loro il posto, ma sapevo di essere più provocatorio di tutti gli altri, nessuno rappava della strada come lo facevo io.
Questo era il dilemma che più mi riguardava: può un artista basare la propria intera carriera su qualcosa di così spietato e negativo?
Qualsiasi cosa facessi all'epoca era sempre possibile grazie alle amicizie di Islam. Per merito suo conobbi Ralph Cooper, che a sua volta era in contatto con Seymour Stein alla Sire Records, una Major parte dell'impero Warner Bros. Fino a quel momento registravo solo per piccole etichette indipendenti, le quali distribuivano principalmente in piccoli negozi a conduzione famigliare.
In parole povere Stein era intenzionate a fare una compilation Hip Hop, e aveva già deciso gli artisti: Grandmaster Caz, Melle Mel, Donald D, Bronx Style Bob, e me.
Molti di loro avevano già obblighi contrattuali con altre etichette, Caz con Tuff City, Melle era bloccato dalla Sugar Hill e Donald D aveva diversi problemi con la sua.
Io ero quindi l'unico che avevo abbastanza esperienza con le registrazioni e non avevo quelle palle al piede di etichette che potevano mandarti a puttane ogni eventuale contratto.
Dunque, per questo mio difetto, ottenni il mio contratto con una major, come una commedia degli errori:
Tutti avevano dei problemi e io ero l'unico che non ne aveva. Seymour non sapeva che esisteva la questione East-West, che i rapper autentici venivano tutti da New York e chi veniva da L.A. probabilmente non era in grado di fare rap.
“Ok” disse. “Prenderò Ice-T”.
Dopo che seppi che mi aveva scelto, andai nel suo ufficio con Islam.
“Ice-T!” disse Seymour, stringendomi la mani e fermandosi davanti a me per un bel po'.
“Hey, come va, Seymour?”
“Sai Ice, hai degli occhi bellissimi”.
Guardai Islam, come per andarmene via, e feci lentamente un passo indietro verso la porta. Islam mi mormorò “tranquillo, amico, tranquillo. Sto tipo stralunato ha i soldi, quindi tranquillo”.
La cosa più assurda era il modo in cui Seymour stava danzando su e giù per la stanza, in calzini, ascoltando della musica caraibici dai toni felici.
“Ice, riesci a capire che musica sia?”
“No amico”
“Questo è Calypso. Capisci quello che dicono?  Riesci a capire il Calypso?”
“No amico, non particolarmente”
“Bene, loro parlano dei problemi a Trinidad. Raccontano delle difficoltà sociali e politiche, ma usano un sacco di doppi sensi”.
“Ok”
Lanciai a Islam un altro sguardo: io venivo dal ghetto e non avevo la benchè minima idea di cosa stesse parlando.
Solo perchè non capisci la loro musica non significa che questa non sia valida. Significa semplicemente che non conosco i tuoi problemi.”
Feci segno di aver inteso.
''Potrei anche non conoscere i tuoi problemi, ma so cosa stai cercando di dirmi''.
Poi disse che aveva ascoltato i miei testi e riteneva che suonassi come Bob Dylan. Sapevo chi fosse, e quindi capivo che Seymour mi stava facendo un gran bel complimento.
''Guarda, voglio che tu faccia questo disco, e sono disposto a metterti a disposizione 40 000 dollari per farlo''.
Ci firmò letteralmente un assegno per l'intero budget che doveva ricoprire le spese per il primo album e siamo usciti fuori dal suo ufficio già pronti per metterci al lavoro. Anche se alla fine 40 000 dollari non era tutto 'sto gran budget, a noi importava poco; uscimmo da li e con Iz comprammo un Sb-12 e una drum machine.
In radio; in studio con Afrika Islam; in posa col Rhyme Syndicate
Registrammo a New York e mixammo tutto l'album al Secret Studio studio in una sola notte, dopodichè con Islam ingaggiammo Glen Friedman per le foto della copertina. Glen era il fotografo che aveva scattato tutte le cover per I Beastie Boys, LL Cool J, e poco dopo, anche per I Public Enemy. Quindi il mio album aveva tutte le credenziali giuste per apparire cazzuto come quelli degli altri rapper affermati.
Ma c'era una differenza fondamentale nel come la copertina si presentava: pensammo intenzionalmente di metterci in mezzo una palma, una macchina e una ragazza (la mia fidanzata Darlene) in bikini. Questo era il nostro intento.
Glen disse al riguardo ''Così sembrerà come la california, visto che a New York nessuno guida una macchina decappottabile rossa, non ci sono palme e soprattutto la ragazza in costume da bagno farà immediatamente pensare a Los Angeles”.
Quella foto fu una delle prime a mostrare una ragazza “spogliata” a essere utilizzata come cover per un album. Gruppi come gli Ohio Player lo avevano già fatto per i loro dischi, ma per l'Hip Hop questo non era mai accaduto.
E la cosa divenne ancora più eclatante quando uscì l'album Power, con sempre la mia ragazza che posava con un costume assai più succinto.
Darlene era sempre in prima linea nella mia carriera, è stata presente su tutte le mie copertine dei miei album. Non era semplicemente la mia ragazza, era qualcosa di essenziale per il mio successo, ed il fatto che la utilizzassi sempre in foto e video delle mie canzoni voleva testimoniare quanto tenessi al fatto di non essere coinvolto in nulla che apparisse “fake”.

Indossò la mia catena con il mio pendente a forma di pistola su quella copertina, era sulla mia macchina ed era la mia ragazza. Forse potevo apparire ingenuo o di cattivo gusto, ma non potevi dire che stavo facendo qualcosa di falso, per me questo sarebbe stato qualcosa di inconcepibile, specialmente nel rap.
Ero dell’opinione che, visto la mia provenienza dalla vita criminale, ingaggiare modelle apposta per girare dei video sarebbe stata di una tristezza e falsità immane. Perché farmi vedere con un tipa che nemmeno conosco? No, non esisteva. Tutti quelli che vedete nei miei video sono miei amici, gente che conosco. Quando girai il video di High Rollers dissi chiaramente “le pistole che vedrete non sono trucchi di scena”, e non lo erano assolutamente. Abbiamo usato tutti soldi veri, niente di falso, tutto era reale, questo perché rappavo di cose vere. Non cercavamo di suonare o sembrare come qualcosa che nel rap già avesse avuto successo. Non avevamo un label strettamente Hip Hop come la Def Jam a supportarci, ma quando "Rhyme Pays" (il primo album) uscì, ebbe successo, e senza praticamente essere girata in radio, in un anno, diventò disco d’oro.
Copertine di album e singoli
Attraverso Islam conobbi Afrika Bambaataa, uno della triade dei pionieri (Kool Herc, lui e Grandmaster Flash) conosciuto per essersi guadagnato un enorme seguito ai suoi parties al Bronx River Housing Project. La cosa che più mi intrigava della sua persona era che in passato fu anche lui membro di una gang, i famosi Black Spades, per poi successivamente decidere di far diventare l’Hip Hop una via di salvezza per i giovani che erano rimasti invischiati nella droga, crimini, negatività e disperazione che la vita da gang comportava. Bambaataa e Islam mi insegnarono il mantra Zulu che suona più o meno come: moviamoci tutti nella stessa direzione, perché cercare rogne tra noi se qualcuno non se lo merita? Perché comportarci come cane e gatto in una gabbia? Proviamo invece a costruire qualcosa insieme e a aiutarci a vicenda.
Ed è così che anche la Rhyme Syndacate si consolidò, ormai il suo nocciolo duro era composto da me, Evil E, Islam, Donald D, Everlast, DJ Unknown, Toddy Tee e DJ Aladin. Nel 1988 decidemmo di fare un album collettivo (tutte le canzoni erano aggressive, gangsta o impegnate nel sociale) e vedevo questo crew come l’unione degli MCs e DJs più forti presenti a L.A., con la volontà di ricreare sulla costa pacifica quello che Bambaataa aveva fatto con successo con la Zulu Nation e i Soulsonic Force a est. Era importante far capire ai newyorkesi che non intendevamo metterci in competizione con loro o contestare la loro originalità, volevamo solamente dire a tutti loro che anche a ovest eravamo presenti e davamo il nostro contributo all’Hip Hop. E questo era quello che cantavo:
the east started breakin’
but the west started poppin’
but what does it matter
as long as it’s rockin’?
[l’est coast ha dato vita al breakin’
L’ovest al poppin’
Ma che importanza ha
Finchè è rockin’/spacca ?]
Ice e membri della crew posano per il booklet di Rhyme Pays
C’era qualcosa nell’aria all’inizio del 1987, e poco dopo che noi facemmo uscire Rhyme Pays, Eric B e Rakim pubblicarono Paid in Full, il loro disco d’esordio. Ora, sappiamo tutti che quell’album è un classico, ma se lo si ascolta bene nello specifico ci si accorge che non è poi così tanto “gangsta” nei contenuti. Ma loro sfoggiavano un look, con i loro grandi catenoni d’oro, un abbigliamento e atteggiamento da hustler, e la voce di Rakim appariva così dura anche se per tutta la durata dell’opera non dica parolacce o si spinga troppo nell’esplicito. Penso che la cosa più spinta che abbia detto in ogni sua canzone sia
I used to roll up, this is a hold up, ain't nuthin' funny Stop smiling,
be still, don't nuthin' move but the money
[solevo fare irruzioni, questa è una rapina, c’è poco da scherzare, finisci di ridere
Stai fermo, e non muovere niente fuorchè i soldi]
Paid In Full: look da hustlers

Quella era stata la sua unica “finestra” poetica che offriva per raccontare il suo passato come stick up kid [rapinatore, n.d.r.]. Non scendeva nello specifico, aveva solo fatto una piccola allusione.
Ma io ero sull’estremo opposto: io non alludevo, io calcavo nello specifico, sui fatti criminali. Venivo da quel mondo e quello la mia musica e le mie performance prevedevano.
Facemmo canzoni come "Sex", che era assolutamente spigolosa per quei tempi, fine ’80, e l’Hip Hop non era mai stato così crudo e esplicito come lo resi io per altri 10 anni.


[Tratto da Ice: A Memoir of Gangster Life and Redemption-from South Central to Hollywood; Traduzione: Pizzo]

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