Oggi Vi proponiamo questa intervista fatta da Ahki Shai a Simone Sistarelli, il quale usa il Popping come aiuto e cura per persone malate di Parkinson, un ottimo esempio di come elevare un elemento della cultura e aiutare la comunità, ecco l'Intervista.
Ps. Alla fine Vi ho linkato altri 2 articoli molto interessanti sul Rap come cura psichiatrica.
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Sono Simone Sistarelli, 23 anni, da Genova, vivo a Londra dal 2011. Danzatore professionista, insegnante, coreografo, musicista, beatmaker e record collector.
Come ti sei avvicinato all' Hip Hop?
Quando avevo 10 anni provai una classe di Hip Hop. Da li, mi si aprí un mondo. Iniziai a fare ricerca musicale e culturale, sia nella scena locale sia a livello mondiale. Più ricercavo e più mi innamoravo di questa cultura. Ho provato tutti gli elementi (alcuni con scarsi risultati) e poi ho scelto di dedicarmi all’aspetto danza e beatmaking.
Come e quando hai deciso di trasferirti in Inghilterra?
Nel 2011 mi sono trasferito a Londra per studiare danza alla Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance. La mia passione per la danza è partita dall’Hip Hop ma si è sempre rivolta anche verso diversi stili e tecniche. Volevo diventare un danzatore professionista, e in Italia (a parte per la danza classica) è praticamente impossibile. Sentivo il bisogno di formarmi in maniera completa, e questa era la soluzione migliore per me. Ho lasciato tutto e tutti e grazie al supporto dei miei genitori ho potuto studiare ed arricchire la mia conoscenza.
Come hai deciso di cercare di lavorare con la danza?
In realtà non ho mai visto la danza come un lavoro. La mia è una passione che mi permette di vivere anche economicamente. Ho solo cercato di far combaciare l’amore per l’arte e l’indipendenza economica. Sono stato fortunato perché la scena inglese è anni luce avanti rispetto a quella italiana. Ho lavorato come danzatore in Italia in questi anni, ma non ero rispettato come professionista e i soldi scarseggiavano (anche in prestigiosi circuiti). Non che qui la situazione sia un paradiso (la danza non sempre riesce a pagare l'affitto, per questo lavoro anche come musicista per le lezioni di danza e compositore per coreografie), ma nonostante questo, qui sono rispettato e trattato come un vero professionista (qui la laurea in danza è riconosciuta).
Come ti sei avvicinato e come è nato il progetto Popping for Parkinson?
Questo progetto nasce con l’idea di utilizzare il Popping come danzaterapia per le persone affette da Parkinson.
Visto che l’essenza del Popping è la contrazione e il rilassamento volontario e istantaneo dei muscoli, penso che possa essere un ottimo strumento per chi ha perso controllo del proprio corpo.
La ricerca scientifica afferma che la danza è di grande aiuto a tutti, specialmente per le persone con problemi/disabilità.
I benefici si possono misurare su tre elementi base: fisici, psicologici e sociali. Prima di tutto, il movimento è salutare, e la danza in particolare modo stimola determinate parti del cervello atte al benessere fisico. A livello psicologico, l’autostima degli studenti aumenta a dismisura. A livello sociale, si crea una forte comunità di persone che condividono la stessa condizione e sono tranquilli nel condividere le loro problematiche e superarle insieme.
Niente però è stato fatto finora con i linguaggi della danza Hip Hop o loro affiliati.
Cosa ti ha dato l hip hop,e cosa tu dai all hip hop?
L’Hip Hop mi ha insegnato che è fondamentale ispirare le persone che ti circondano, portando positività e aiuto nel concreto. Ognuno lo fa a suo modo, questo è il mio.
L’Hip Hop è stata una ragione di vita nei momenti più bui. Ringrazio l’Hip Hop per avermi fatto conoscere persone straordinarie.
Io cerco di dare il mio umile contributo alla cultura, cercando di diffondere i principi e le corrette informazioni a chi mi circonda. Voglio aiutare le persone attraverso l’Hip Hop come sono stato aiutato io in passato.
Cosa ne pensi dell attuale scena Hip Hop italiana, e raccontaci un po di come va in inghilterra..
Non mi permetto di parlare della scena italiana, visto che sono anni che non la frequento se non per rari eventi. Ma da fuori vedo troppo egoismo ed egocentrismo nella maggior parte delle persone. Ovviamente ci sono molte persone che per fortuna fanno le cose come si deve, massimo rispetto a loro.
La scena inglese è molto forte, e la cultura è molto diffusa. In proporzione, ci sono molte più situazioni corrette culturalmente: molti suckers ma molte più vere Hip Hop heads. Questo anche perché le leggende inglesi sono quasi tutte sempre attive nell’insegnamento della cultura alle nuove leve, cosa che in Italia manca un po’.
Come ti sei avvicinato alla produzione musicale?
Il mio sogno da bambino era quello di essere un cantante black, ma sono stonatissimo! Ma ho sempre voluto creare/cercare il mio sound. Ho iniziato col beatboxing, poi FL Studio, infine Maschine.
Ma devo tutto ai video di J Dilla, 9th Wonder e Madlib mentre producono: quella è stata la vera scintilla, volevo fare quello che facevano loro con il mio sound.
Dicci 5 ballerini a quali ti ispiri
Ce ne sarebbero parecchi, ma se proprio devo scegliere...
Skeeter Rabbit (R.i.p.), Popin Pete, Maurizio (The NextOne), Walid e Neguin.
Dicci 5 produttori che ti hanno influenzato
Senza ombra di dubbio J Dilla (ben prima che io sapessi chi era tra l’altro! Quando ero piccolino in macchina girava la cassetta di “The velvet rope” di Janet Jackson e ho sempre amato “Got ’til it’s gone”).
Poi 9th Wonder, Madlib (Rock Konducta mi ha cambiato la vita!), The NextOne e Fid Mella.
Dicci i tuoi 10 album preferiti
Ahia!!! Ok, senza un ordine particolare:
Jill Scott “Who is Jill Scott?”
Erykah Badu “Mama’s Gun”
D’angelo “Brown Sugar”
Slum Village “Fantastic" vol 1 e 2
Jose James “No beginning no end"
Ghemon “Qualcosa cambierà Mixtape"
Sangue Misto “SXM”
Neffa “Neffa e i Messaggeri della Dopa”
Submotion Orchestra (tutta la discografia!)
Flying Lotus “Los Angeles”
Ma ne lascio fuori troppi altri, Funkadelic, Buddy Miles, Olafur Arnalds, Donald Byrd, Miles Davis, John Coltrane, Weldon Irvine, Dj Shocca, Mistaman, Stokka e Madbuddy, Ice One, Zulema, Robert Glasper…e tantissimi altri!!!
E per concludere saluti e ringraziamenti…
Ringrazio la mia famiglia per avermi sempre aiutato e supportato nelle mie scelte.
Ringrazio Shai per lo spazio e il tempo per questa intervista!
E tutte le persone con cui ho condiviso un attimo di vita, dalla scena hip hop genovese a quella italiana.
Massimo rispetto per le leggende e chi lo mantiene reale!
Video: https://vimeo.com/146412099
Website: www.simonesistarelli.weebly.com
Articolo: Ahki Shai e Ahki Smogone
Rap come cura Psichiatrica:
- http://www.huffingtonpost.it/2014/10/13/hip-hop-cura-depressione_n_5976898.html
- http://www.mondorap.it/perche-il-rap-cura-i-disturbi-psichici-e-la-depressione/
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